Pietrafitta
Abbazia dei Sette Fratelli
L’Abbazia dei Sette Fratelli, chiamata anche Badia dei Sette Frati sorge a poca distanza da Pietrafitta, tra il paese e la centrale.
L’esteso complesso venne edificato tra l’XI e il XII secolo, un’epoca che segna la forte ripresa, ovunque nel mondo cristiano, del culto dei primi martiri. Si ritiene sia stata fondata dai monaci benedettini in memoria dei Sette Fratelli, figli di Santa Felicita martirizzati a Roma nel 164 d.C.. Il primo documento che la riguarda è una bolla di Papa Innocenzo III, dell’ anno 1136, che pone il monastero fra i beni della mensa vescovile di Perugia. Almeno dal XIV secolo presso la badia si teneva un’importante fiera. In molti documenti viene indicata anche come Abbazia di S. Benedetto di Pietrafitta o Badia dei Sette Fratelli (o Frati). Occupa un’area di 1.300 m2 e comprende numerosi edifici. Del monastero benedettino rimangono il portico, i loggiati, le celle, il refettorio e l’imponente ingresso. La struttura è poi passata a numerose famiglie perugine come gli Oddi, i Baglioni, i Lancellotti, gli Arcipreti della Penna ed infine dai Della Corgna. Si devono a quest’ultima famiglia, nel 1570, le decorazioni a grottesca delle logge, delle scale e delle stanze del piano nobile; rappresentano scene allegoriche e storie sacre (episodi del Vecchio Testamento) e sono attribuite a Salvio Savini.
Gli affreschi della Badia ricordano le decorazioni di Palazzo della Corgna di Città della Pieve e Castiglion del Lago: al cardinale della Corgna, infatti, il Papa nel 1560 affidò l’intera abbazia, che trasformò il complesso edilizio e la chiesa stessa. Dal 1614 l’abbazia fu controllata dalla casata Borghese di Roma e nel 1777 passò alla famiglia del Perugino Traiano Vermiglioli. La struttura fu confiscata dallo stato nel 1860 ed in seguito è stata acquistata da privati. Oltre al monastero benedettino fa parte del complesso, cui si accede attraverso un maestoso arco dell’architetto Galeazzo Alessi, la chiesa romanica, dalla semplice facciata arricchita da un rosone centrale che custodisce l’antichissimo altare originario nell’abside, chiusa da un muro nel Cinquecento. La chiesa è dotata di una cripta che sebbene vistabile, potrebbe ancora contenere importanti informazioni sulla storia del luogo, tutte ancora da scoprire. La chiesa è in forme romaniche e custodisce al suo interno l’affresco “Madonna col Bambino in Gloria tra Angeli ed i Sette Fratelli”, datato fra il 1570 – 1580 e probabilmente commissionato dalla famiglia Della Corgna ad un pittore della cerchia di Girolamo Danti; probabilmente Scilla Peccenini. Nella pittura murale, i sette fratelli sono riuniti in adorazione della Vergine e con puntuale adesione alla realtà storica, sono rappresentati vestiti alla maniera romana. Forse, visti i dettagli precisi e naturali dei volti, potrebbero rappresentare persone realmente esistite all’epoca, forse proprio la descrizione dei committenti dell’opera. Una piccola porticina visibile solo dall’esterno, chiamata porta della morte, era usata per il transito esclusivo ed obbligato delle bare. All’esterno ha preso corpo il Giardino dei ricordi, nel quale si coltivano le stesse erbe e piante aromatiche di un tempo: ogni stagione ha il suo profumo, tra rosmarino, lavanda, rosa, vite e glicine.
Attualmente tutto il complesso è proprietà privata della famiglia Sposini dal 1921. Due donne della famiglia hanno rinnovato e rivitalizzato il prezioso edificio religioso: non solo con il giardino medievale, l’agriturismo, la residenza d’epoca e l’azienda agricola, ma anche attraverso visite guidate su prenotazione, la rinascita della fiera della badia, a memoria di un’antica mostra mercato contadina e numerosi altri eventi tra danza, musica e teatro (Artiturismo).
Il Museo paleontologico “Luigi Boldrini”
Durante gli scavi vennero recuperati numerosi resti fossili, che confluirono nel Museo paleontologico “Luigi Boldrini” ai piedi del paese.
Il Museo, inaugurato nel 2011 in una struttura realizzata appositamente di oltre 3.000 m2, conserva una delle maggiori raccolte a livello europeo di reperti fossili di mammiferi, rettili, anfibi e insetti risalenti a 1,5 milioni di anni fa. I resti dei mammuth sono esposti nelle “culle” (cioè i nuclei che contengono i fossili mantenendo intatta la giacitura di scavo), contornate da un allestimento didattico. L’intitolazione del museo ricorda il dipendente della miniera che per primo raccolse e salvò dalla distruzione l’importante scoperta.
La chiesa di Santa Maria Assunta
Al centro del paese si trova la Chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel 1866 – 1870 da Lorenzo Valiani. Al suo interno vi si può ammirare un crocifisso ligneo del seicento, la cui caratteristica è costituita dalle spine del capo, che non formano la tradizionale corona, ma una calotta. Questo particolare assume un significato ancora più importante alla luce dei ritrovamenti archeologici avvenuti in Palestina che testimoniano coma ad alcuni condannati, fra cui Gesù Cristo, venisse imposto come supplizio una calotta di spine e non una corona come tramandato dall’iconografia cristiana.
Il crocifisso apparteneva al convento di Cibottola e, quando questo fu soppresso, fu portato di notte a Pietrafitta dove è oggetto di particolare venerazione.
Tradizioni…
A cavallo dei mesi di aprile e maggio si tiene la “Sagra degli asparagi di bosco”, con piatti a base di asparagi selvatici.
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